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Yellowstone: il viaggio che mi ha insegnato a respirare con la Terra

 

Se c’è un luogo capace di incarnare l’anima più autentica e grandiosa della natura americana, questo è senza dubbio il Parco Nazionale di Yellowstone. Situato a cavallo tra Wyoming, Montana e Idaho, Yellowstone non è soltanto il parco più antico degli Stati Uniti – istituito nel 1872 – ma anche il primo parco nazionale del mondo. La sua creazione segnò l’inizio di un movimento globale per la protezione delle aree naturali, e ancora oggi rimane un simbolo di quanto l’uomo possa (e debba) preservare la bellezza incontaminata della Terra.

Il nome deriva dal fiume Yellowstone, che scorre tra canyon spettacolari di rocce giallastre. Ma ciò che rende questo parco unico non è solo il suo paesaggio mozzafiato: Yellowstone sorge sopra una gigantesca caldera vulcanica ancora attiva, che alimenta geyser, sorgenti termali e fumarole. Qui la terra ribolle letteralmente sotto i tuoi piedi.

Le sue vaste praterie sono animate da bisonti, alci e pecore bighorn, mentre le foreste riecheggiano degli ululati dei lupi nella notte. È un ecosistema in cui la natura domina incontrastata, modellando il paesaggio con forze primordiali e offrendo scenari di straordinaria bellezza: geyser che esplodono in colonne d’acqua, bacini termali dai toni cangianti, canyon imponenti e cascate impetuose.

Quando ho varcato i confini del parco, ho avuto la sensazione netta che qui la natura fosse padrona assoluta. E non stupisce che proprio nel 1872 si sia deciso di proteggerla istituendo il primo parco nazionale del mondo: una scelta visionaria che, a più di 150 anni di distanza, resta una delle decisioni più sagge della storia americana.

 

Breve storia di Yellowstone

Tutto ebbe inizio nel cuore dell’Ottocento, quando esploratori e pionieri si spinsero tra le montagne del nord-ovest americano. Le loro cronache parlavano di geyser che esplodevano verso il cielo, canyon scolpiti nel fuoco e sorgenti dai colori irreali: paesaggi talmente straordinari che molti, inizialmente, stentavano a crederci. La spedizione Washburn del 1870 confermò quelle meraviglie, e due anni dopo il Congresso decise di compiere un gesto senza precedenti: proteggere quel territorio non per sfruttarlo, ma per conservarlo intatto.

Così, il 1º marzo 1872, il presidente Ulysses S. Grant firmò la legge che istituiva Yellowstone come primo parco nazionale del mondo. Fu una scelta visionaria, che aprì la strada a un nuovo rapporto tra uomo e natura. Nei decenni seguenti, bisonti, alci e orsi trovarono rifugio sicuro, mentre il paesaggio continuava a ribollire sopra l’enorme caldera vulcanica. Quando i lupi, sterminati all’inizio del Novecento, furono reintrodotti nel 1995, l’ecosistema ritrovò il suo equilibrio.

Ma la storia di Yellowstone non comincia con l’arrivo dei pionieri. Per migliaia di anni, tribù come i Crow, i Bannock, i Blackfeet e soprattutto gli Shoshone avevano abitato quelle terre. Per loro, le sorgenti calde e i geyser non erano curiosità naturali, ma luoghi sacri, porte che mettevano in contatto con il mondo degli spiriti. Molti nativi usavano le ossidiane di Yellowstone per forgiare lame e punte di freccia, scambiate poi in lunghi circuiti commerciali che attraversavano il continente.

Con la nascita del parco, però, le popolazioni indigene furono allontanate e le loro tracce cancellate dalle narrazioni ufficiali. Solo negli ultimi decenni la loro presenza millenaria è stata riscoperta e riconosciuta, restituendo a Yellowstone la sua dimensione di terra viva, fatta non solo di vulcani e animali, ma anche di culture e memorie.

Oggi, camminando tra geyser e canyon, si percepisce questo intreccio di storie: quella antichissima dei nativi, quella più recente dei pionieri, e quella universale di un’umanità che, per la prima volta, decise di proteggere un luogo non per sé, ma per chi sarebbe venuto dopo.

 

Carta di identità di Yellowstone

Posizione: principalmente Wyoming (96% del parco è in Wyoming), Idaho e Montana. 

Dimensione: circa 9.000 km². 

Visitatori annuali: più di 4.7 milioni.

Fondazione: 1872 come Parco Nazionale

Centri visitatori: Albright Visitor Center, Canyon Visitor Educational Center, Fishing Bridge Visitor Center & Trailside Museum, Grant Visitor Center, Madison Information Station & Trailside Museum, Museum of the National Park Ranger, Norris Geyser Basin Museum and Information Station, Old Faithful Visitor Education Center, West Thumb Information Station, West Yellowstone Visitor Information Center. Alcuni di questi chiudono in bassa stagione. 

Costo di ingresso: $35 per veicolo; $70 pass annuale. Il parco è incluso nell'America the Beautiful Pass (che raccomando di acquistare se nel tuo itinerario sono inclusi 3 o più parchi nazionali). 

Copertura telefonica: il servizio cellulare è praticamente inesistente all'interno del parco, quindi assicurati di scaricare la mappa di Yellowstone prima di entrare o di prenderne una cartacea dal ranger all'ingresso.

 

Come organizzare la visita a Yellowstone

Visitare Yellowstone è un’esperienza che va pianificata con attenzione: il parco è immenso, oltre 9.000 km² di natura selvaggia, e le distanze interne non vanno sottovalutate. L’ideale è dedicargli almeno 3-4 giorni per godere di tutte le sue meraviglie senza fretta.

Da sapere

  • Ingresso e stagioni: il parco è aperto tutto l’anno, ma la maggior parte delle strade turistiche è accessibile solo da fine maggio a inizio ottobre. L’estate è la stagione più affollata, mentre la primavera e l’autunno offrono paesaggi più tranquilli e incontri ravvicinati con la fauna. L’inverno, invece, regala scenari da favola, ma richiede tour organizzati in motoslitta o bus speciali. Se sei interessato ad un tour in inverno, abbiamo quello che fa per te: Escursionismo d'inverno nello Yellowstone
  • Alloggi: si può scegliere tra campeggi, lodge storici all’interno del parco (prenotazioni con largo anticipo!) oppure alloggiare nei paesini limitrofi come West Yellowstone o Gardiner.
  • Spostamenti: l’auto è indispensabile. Le attrazioni principali si trovano lungo il cosiddetto Grand Loop Road, un anello di circa 230 km che attraversa il cuore del parco.

 

Il mio itinerario tra geyser e bisonti

Sono entrata a Yellowstone dall’ingresso sud, arrivando da Jackson e dal Grand Teton National Park (ma di questo vi parlerò in un altro articolo dedicato, perché merita davvero). Già la strada che porta all’ingresso è uno spettacolo: foreste fitte, laghi che riflettono il cielo e la sensazione crescente di entrare in un mondo selvaggio.

 

Giorno 1 – West Thumb, Old Faithful e Grand Prismatic

La mia prima tappa è stata West Thumb Geyser Basin, un piccolo gioiello sulle rive del Lago di Yellowstone. È stato come un assaggio di quello che mi aspettava: piscine termali dai colori irreali a pochi passi dall’acqua azzurra del lago. Un contrasto sorprendente, difficile da dimenticare.

Da lì ho proseguito verso l’area più famosa del parco: Old Faithful. Ho aspettato l’eruzione insieme a decine di altre persone (e a un pacifico bisonte sonnecchiante), e quando il getto ha iniziato a salire in cielo, altissimo e potente, mi sono trovata a sorridere senza accorgermene. È stato come assistere a un rito che si ripete da secoli.

Il pomeriggio l’ho dedicato alla regina indiscussa del parco: la Grand Prismatic Spring. Tutti abbiamo visto foto infinite di quella sorgente termale, ma dal vivo è tutt’altra cosa. Ho percorso il sentiero panoramico che porta alla vista dall’alto, e davanti a me si è aperto un occhio gigantesco di colori: blu intenso, verde smeraldo, arancio. Un paesaggio che sembra appartenere a un altro pianeta.

La sera sono arrivata a West Yellowstone, la base perfetta per esplorare l'area ovest del parco.

Suggerimento pratico: come accade in tutti gli USA, le colazioni non sempre sono incluse con il pernottamento. Se non volete mangiare in hotel, potete optare per uno dei tanti café presenti. Il Running Bear Pancake House è stata la mia scelta, all'ora di punta c'è da aspettare un po' ma ne vale la pena! E qui è possibile anche ordinare il box lunch, utilissimo per chi trascorrerà la giornata nel parco.

 

Old Faithful

 

Giorno 2 – Norris Geyser Basin e Mammoth Hot Springs

Il secondo giorno è iniziato con il Norris Geyser Basin, l’area geotermica più calda e instabile del parco. Qui il terreno ribolle, fuma, sputa acqua e fango in continuazione: sembra davvero di camminare sopra un mondo in ebollizione. Il silenzio è interrotto solo dal gorgoglio dell’acqua e dal sibilo del vapore.

Poi mi sono spostata a nord, fino alle Mammoth Hot Springs. Le terrazze di travertino, bianche e scolpite dall’acqua termale, sembrano sculture moderne. Passeggiare lì sopra mi ha dato la sensazione di trovarmi in un paesaggio sempre in trasformazione, che cambia ogni giorno davanti agli occhi dei visitatori.

 

Mammoth Hot Springs

 

Giorno 3 – Canyon Village, Lamar Valley e Cody

Il terzo giorno è stato quello più emozionante dal punto di vista naturalistico. La mia avventura mi ha portata verso est, passando per il Canyon Village, dove il Grand Canyon di Yellowstone e le cascate Upper e Lower mi hanno lasciata senza fiato.

Mi sono poi diretta verso la Lamar Valley, soprannominata la “Serengeti d’America”. Qui la protagonista è la fauna: bisonti, cervi, alci e, con un po’ di fortuna, lupi e orsi. Io ho avuto la fortuna di vedere mandrie enormi di bisonti attraversare la valle, con i piccoli che trotterellavano accanto alle madri. Una scena potente, che ti fa sentire spettatore privilegiato di un mondo antico.

La sera ho lasciato il parco attraversando l'ingresso di Nord - Est. L'obiettivo della serata era Cody, una cittadina del Wyoming che profuma di Far West, con saloon, rodei e una forte identità cowboy.

A metà tra Yellowstone e Cody, la strada si inerpica fino al Dead Indian Summit Overlook, lungo la scenografica Beartooth Highway, e qui si apre uno dei panorami più spettacolari del Wyoming. Da quassù lo sguardo abbraccia vallate infinite, canyon profondi e montagne che sembrano non finire mai. Questo non è solo un punto panoramico spettacolare, ma anche un luogo carico di storia e leggende legate alle popolazioni native americane. Il nome del sito risale a un episodio avvenuto durante le guerre indiane del XIX secolo, quando i Cheyenne erano in fuga dalle truppe statunitensi. Secondo la tradizione, un gruppo di guerrieri e famiglie in marcia verso la libertà utilizzò l’astuzia per sfuggire agli inseguitori: facendo credere ai coloni e ai soldati che si stessero dirigendo verso una direzione, riuscirono invece a cambiare percorso di nascosto, confondendo completamente chi li inseguiva. Durante questa fuga, uno dei guerrieri cadde o rimase ferito in queste montagne, dando origine al nome “Dead Indian” per il passo. La storia è un simbolo del coraggio e dell’intelligenza dei nativi, capaci di utilizzare il territorio impervio a proprio vantaggio, trasformando montagne e vallate in alleati strategici. L’overlook oggi è quindi molto più di un semplice punto panoramico: è un memoriale silenzioso della resistenza, dell’astuzia e della determinazione dei Cheyenne e degli altri popoli nativi che cercavano di proteggere la loro libertà in condizioni difficilissime.

 

Grand Canyon of the Yellowstone

 

Giorno 4 – Hayden Valley e il Lago di Yellowstone

L’ultimo giorno ho esplorato la Hayden Valley, meno conosciuta della Lamar ma altrettanto spettacolare. Qui il paesaggio è fatto di prati verdi attraversati dal fiume, un luogo perfetto per osservare animali al pascolo all’alba e al tramonto. È un posto che trasmette pace, quasi ipnotico.

Ho concluso il mio viaggio al Lago di Yellowstone, il più grande lago alpino del Nord America. Le sue acque scure e tranquille, circondate da montagne e foreste, sono state una chiusura perfetta: un momento di silenzio e contemplazione prima di lasciare il parco.

 

Valley

 

Perché Yellowstone ti resta dentro

Quando lasci Yellowstone non porti via solo fotografie. Porti con te un senso di umiltà, la consapevolezza che esistono luoghi dove la natura detta legge e tu sei solo un ospite. Ogni geyser che esplode, ogni animale che attraversa la tua strada, ogni canyon che si apre davanti a te ti ricorda che il mondo è molto più grande di noi.

Yellowstone non è solo un viaggio: è un’esperienza che ti segna. È la Terra che respira, e tu che impari a respirare con lei.

 

 

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